Le terme
Il territorio, al confine tra le provincie di Sassari e Nuoro, è famoso da secoli per la presenza di fonti termali.
Già conosciute dai romani col nome di "acquae lesitanae", le sorgenti di acqua calda sulfurea e ferrugginosa sono ancora oggi apprezzate per le loro virtù terapeutiche (da cui anche il nome del paese "Bene-tutti") e danno vita ad alcuni insediamenti termali situati nella piana di S. Saturnino, località che deve il suo nome all'anonima chiesa di stile romano-pisanico costruita nel secolo XI e posta in splendida solitudine proprio al centro dell'alta valle del Tirso.
A pochi passi dal nostro Hotel trovate uno degli stabilimenti termali presenti nella zona, oltre a numerose altre fonti di libero accesso.
L'archeologia
Il territorio di Benetutti è straordinarimente ricco dei segni del passato e meta ideale per vedere da vicino, anche con escursione a cavallo, le testimonianze ancora integre del neolitico e della civiltà nuragica.
Oltre all'immutabile fascino dei nuraghi, vi si possono ammirare le tombe dei giganti (caratteristiche sepolture dei popoli nuragici) e le domus de Janas, grotticelle funerarie ricavate dalla roccia che, per via della loro somiglianza alle case dei vivi, la fantasia popolare immagina abitate da piccoli esseri magici femminili, "sas Janas" (le fate).
Tra le testimonianze di interesse storico - archeologico, assoluto rilievo assume una delle incisioni rupestri di labirinto fra le piu antiche mai conosciute.
Il graffito raffigurante il labirinto, dal diametro di 30 centimetri e datato 6000 anni fa circa, è inciso all'interno di una domus de Janas nella zona denominata Luzzanas, ed è analogo a quelli rinvenuti, ad esempio, nel tempio di Kom Ombo in Egitto, su una colonna della moschea di Tal in Pakistan, su una roccia a Machu Pihu in Peru e su tanti altri luoghi e siti archeologici sparsi nel mondo.
Arte e tradizioni
Conservato nelle sale delle sue chiese, Benetutti possiede un rilevante patrimonio artistico costituito da oggetti di culto, statue lignee, affreschi murali e dipinti risalenti ad epoche che vanno dal XVI al XVIII secolo.
Tra questi ultimi spicca per la bellezza e il prestigio il "retablo di Sant'Elena", comprendente quattro tavole realizzate nel 1500 dal Maestro di Ozieri, raffinato artista di scuola michelangiolesca, e considerata tra le più originali espressioni dell'arte sarda del Rinascimento.
Il paese è strettamente legato alle tradizioni e preserva ancora la produzione artigianale di pane, dolci e tessuti e la lavorazione di pelle, cuoio e legno.
Nei mesi estivi potrete scoprire queste e altre tradizioni popolari della Sardegna: nelle sagre paesane rivivono infatti i colori e i suoni del folklore e della cultura isolana, patrimonio plurisecolare ma ancora oggi del tutto integro ed originale, con le sue espressioni musicali e canore ormai universalmente note ed apprezzate anche oltre i confini.